Edifici di Paglia Italia come unico studio in Italia che forma in modo continuativo i committenti e gli investitori immobiliari sul progetto di case di paglia ha voluto analizzare come nei prossimi anni il settore delle costruzioni giocherà la sua partita più importante: sostenibilità e digitalizzazione.
2022 ANNO RECORD
Il 2022 è stato un anno record. Il settore delle costruzioni si è riavvicinato ai picchi di quantità del 2007, qualcosa che solo nel 2019 si pensava impensabile.
Risultati impensabili, raggiunti in poco tempo. Dati che hanno sfiorato e in alcuni casi superato i picchi del periodo 2006-2007, antecedente alla grande crisi degli anni successivi.
Secondo le stime dei ricercatori, nel 2022 gli investimenti in costruzioni hanno raggiunto, a valori costanti 2015, 178 miliardi di euro: nel periodo 2006-2007 il valore medio era di 186 miliardi di euro (nel 2014 il dato è stato pari a 126 miliardi, nel 2020 a 130).
Nel periodo 2020-2022, in soli due anni quindi, il mercato delle costruzioni, in quantità, è cresciuto del 37%. Dati eccezionali, che si commentano da soli.
La pandemia – si legge nel ponderoso documento di 522 pagine – ha lasciato molte cose in eredità: “l’euforia di avercela fatta, la voglia di vivere e di spendere; una grande liquidità privata, una forte domanda di casa, una crescita del mercato immobiliare che ha quasi raggiunto e in alcuni casi superato i picchi del 2006; il cambio radicale della politica economica europea con il Next Generation Eu, che si sta trasformando in un gigantesco piano di ammodernamento delle infrastrutture del Paese con al centro le costruzioni; nuovi eccezionali (fuori scala) incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Tutti fattori che hanno portato una crescita rapidissima in (troppo) poco tempo”.
scenario per il 2023 e 2024
Con il 2023 e il 2024 – argomenta il Cresme – le cose sono destinate a cambiare: “La spinta alla crescita si sta riducendo, come la propensione al risparmio e la capacità di spesa. Infatti, il prossimo anno se non sarà recessione sarà stagnazione. Non solo, ma gli incentivi saranno rivisti al ribasso fermandone la spinta. Allo stesso tempo, il comparto delle opere pubbliche sosterrà il mercato dei prossimi quattro-cinque anni”.
La previsione per il 2023 disegna una stabilizzazione, non una contrazione, dei livelli di investimento. L’ipotesi da cui si parte l’analisi è questa: la grande ondata degli interventi del 2022 ha bisogno del 2023 per essere completata. Pertanto, la riqualificazione degli edifici residenziali dovrebbe ridursi del 9%. Il prossimo anno inoltre dovrebbero venire recuperati parte dei ritardi che nel 2022 hanno caratterizzato gli investimenti pubblici.
Il prossimo anno se non sarà recessione sarà stagnazione. Non solo, ma gli incentivi saranno rivisti al ribasso fermandone la spinta.
L’impatto più forte per la riqualificazione del patrimonio residenziale arriverà nel 2024, nel frattempo però dovrebbe entrare nel vivo la fase realizzativa espansiva delle opere pubbliche, che si rafforzerà a partire dal 2025: le opere pubbliche insomma diventeranno il principale motore del mercato almeno sino al 2026-2027. Dopo tale bienno – precisa il Cresme – o l’economia italiana avrà intrapreso una vera strada di crescita oppure la curva delle costruzioni sarà destinata a contrarsi scendendo dai livelli eccezionali raggiunti. La contrazione, secondo le previsioni dei ricercatori, inizierà nel 2027, ma sarà ben più pesante nel 2028 e nel 2029.
Dieci anni per cambiare le costruzioni
Cresme si spinge oltre. “Nei prossimi anni il settore delle costruzioni giocherà la sua partita più importante: i driver sono chiari, sostenibilità e digitalizzazione. Il settore dovrà avviare un processo di modernizzazione con due obiettivi: l’aumento della produttività e la riduzione del costo dell’errore, da un lato, e la riqualificazione della reputazione del settore puntando alla sostenibilità ambientale, alla “bella costruzione”, dall’altro.”
In questo nuovo scenario, in ogni caso la produttività del settore delle costruzioni sarà costretta a cambiare. I prossimi dieci anni saranno anni decisivi.
EDIFICI DI PAGLIA ITALIA E’a favore della digitalizzazione
La digitalizzazione nel settore edile, in particolare nelle costruzioni in paglia, è appena iniziata.
Non ce ne rendiamo conto, ma il processo molto accurato della prefabbricazione deve essere guidato da un progetto particolarmente preciso.
In un cantiere con sistema costruttivo tradizionale si lavora con un disegno sommario, si arriva con mattoni e malta e quando si inizia a lavorare tra modifiche e varianti, sono più i tempi di fermo cantiere in attesa di scelte e definizione dei dettagli, che il lavoro vero e proprio, oltre al continuo incremento dei costi e allungamento dei tempi.
Non si tratta solamente di un materiale sostenibile, ma soprattutto di come cambia la figura dell'architetto, mettendo al centro la progettazione e avviando un ciclo produttivo industrializzato.
Il futuro dell'edilizia digitale in paglia per Edifici di Paglia Italia è iniziato.
Dobbiamo imparare nei prossimi 10 anni a utilizzare la prefabbricazione per ristrutturare le strutture ormai degradate dal tempo.
Semplificando la progettazione, sarà possibile realizzare interventi edilizi in modo più efficiente, nel minor tempo e ad un costo inferiore.
Elenchiamo come potrebbe essere il procedimento progettuale e costruttivo:
1-Rilievo con laser scanner dello stato di fatto https://youtu.be/de1hXtIayKo
2-Progettazione in 3D della nuova struttura https://youtu.be/qTmKI-qRdQU
3-Progettazione del modello 3D di taglio 3D della carpenteria https://youtu.be/Pbfa_6qTVDo
4-Messa in opera (senza errori) dei moduli prefabbricati già isolati termicamente https://youtu.be/fNhBrMM9hZE
Uno dei principali vantaggi nelle costruzioni è il programma in loco notevolmente ridotto attraverso l'uso di elementi prefabbricati.
Utilizzando un minor numero di parti, diminuendo la quantità di manodopera richiesta e riducendo il numero di parti uniche, si possono ridurre notevolmente i costi di assemblaggio.
Un approccio altamente automatizzato può migliorare la qualità e l'efficienza in ogni fase.
Ridotti i tempi di assemblaggio rispetto alle pratiche standard, la fase di produzione è più agevole e rapida.
La nostra domanda è: perché si continua a costruire con cantieri fantozziani? Se vogliamo tenere il passo dobbiamo cambiare.
Il settore dovrà avviare un processo di modernizzazione con due obiettivi: l’aumento della produttività e la riduzione del costo dell’errore, da un lato, e la riqualificazione della reputazione del settore puntando alla sostenibilità ambientale, alla “bella costruzione”, dall’altro.”
Fonti:
http://www.cresme.it/it/congiunturale-cresme.aspx
https://www.infobuild.it/cresme-rapporto-congiunturale-costruzioni/
https://www.edilportale.com/news/2022/12/mercati/costruzioni-cresme-nel-2022-investimenti-per-232-miliardi-di-euro-91-in-pi%C3%B9-del-2019_91720_13.html