La biofilia è l’integrazione tra uomo e ambiente/natura per migliorare il benessere fisico e mentale.
Oggi abbiamo partecipato alla conferenza “Ufficio biofilico” a Milano con relatore il prof. Stefano Mancuso.
Quando si incontrano personaggi così colti e al tempo stesso capaci di parlare in modo diretto, sostanzioso senza avverbi e senza inglesismi, penso valga sempre la pena di riportare direttamente le loro parole per non togliere nulla alla loro magia.
Su questo blog ci occupiamo di case di paglia, per cui non può che farci piacere portare l’esempio di chi si occupa di portare le piante dentro alle nostre case.
La parola al Prof. Stefano Mancuso, botanico.
Quando parliamo di ambienti lavorativi parliamo di ambienti indoor al chiuso.
Una questione che spesso sfugge è che passiamo l’80% della nostra vita al chiuso.
Ciò che ci dovrebbe interessare realmente è l’ambiente al chiuso, molto di più di quello all’aperto.
Paradossalmente sappiamo molto di più sull’inquinamento all’aperto nelle nostre città, ma quasi nulla di quello indoor.
Per la mia esperienza negli ultimi 20 non ho mai trovato un ambiente indoor in cui la qualità dell’aria fosse meno che tre volte peggiore di quella esterna.
Chiudere le finestre per non fare entrare lo smog esterno è un’idea stupida.
Le finestre dovrebbero stare sempre aperte.
Ad esempio, l’aria che stiamo respirando in questa sala conferenze è aria esterna portata dentro, a cui sono stati aggiunti inquinanti: solventi, colle, inchiostri, detersivi, saponi, ecc.
Si tratta di composti volatili con effetto negativo su salute.
Ad esempio chi ha fornelli a gas in cucina durante la combustione, se non trattata bene, produce quantità alte di biossido di azoto: molto cancerogeno.
Cosa dobbiamo fare quindi all’interno dei nostri edifici?
È una questione di buonsenso: provvedere un’aria che abbia le migliore composizione possibile.
Come si ottiene?
Attraverso filtri meccanici , ma i filtri meccanici consumano tantissima energia, hanno ‘side effect’ non positivi.
Oppure attraverso la “Fabbrica dell’aria” (Si tratta di una tecnologia che utilizza le piante per depurare l’aria interna degli edifici, che sarà utilizzato su larga scala nel progetto in costruzione Welcome a Milano. )
I pregi del brevetto “Fabbrica dell’aria”: utilizza le piante per depurare in brevissimo tempo l’aria indoor.
Varia molto in funzione degli ambienti, ma mai meno del 99% dei composti volatili dannosi che noi normalmente respiriamo vengono assorbiti o degradati dalle piante attraverso questo brevetto.
Sottolineo che non basta mettere le piante in casa per avere un’aria pulita, serve un vero e proprio sistema tecnologico come la “fabbrica dell’aria”. Infatti con il semplice posizionamento di piante servirebbe metà della superficie di una stanza interamente occupata da piante per purificarne l’aria interna.
La “fabbrica dell’aria”, invece, è una tecnologia, una cosiddetta ‘nature based solution’ che fa uso di piante. La posso misurare scientificamente attraverso sensori.
Già solo respirando l’aria che esce dal sistema si sente subito che è un’aria pura. E poi la posso misurare in tempo reale con sensori.
Noi respiriamo normalmente enormi quantità di schifezze quando stiamo al chiuso.
La questione piante e ufficio biofilico non si limita all’inquinamento indoor.
In genere le piante hanno un effetto enorme sulla nostra psiche e salute.
Normalmente con questi discorsi scatta un’idea tipo “new age”, sciamanismo, ecc: “le piante ci fanno un sacco di bene”.
In realtà questa è scienza: esistono migliaia di pubblicazioni scientifiche sugli effetti delle piante sulla psiche e la salute dell’uomo.
La prima seria ricerca scientifica sugli effetti delle piante – e in particolare sulla visione delle piante – fu pubblicata su Nature nel 1984 e riguardava un ospedale americano specializzato in rimozione della cistifellea.
Il ricercatore aveva raccolto i dati di 50 anni di lavoro di questo ospedale e aveva notato che esistevano 6 stanze di degenza in cui i pazienti avevano tempi di degenza pari a circa metà rispetto alle altre stanza, e un consumo di analgesici molto inferiore. Dopo varie indagini per capire cos’avessero di particolare queste sei stanze, si accorsero che erano le uniche dalle quali si vedevano degli alberi!
Questa ricerca fu talmente rivoluzionaria che ha dato il via a migliaia di ricerche analoghe.
Altro esempio, una recente ricerca a cui ho partecipato condotta su scuole in Norvegia, sono state messe piante all’interno di metà delle aule e nell’altra metà nessuna pianta. Dopo due anni abbiamo misurato i risultati e abbiamo registrato un aumento dei voti del 30% nelle classi con piante e una riduzione a zero dei fenomeni di bullismo (molto diffusi in Norvegia) e infine riduzione dei giorni di malattia del 45%.
Cosa da nota: al momento questo tipo di dati non ha interesse, continuiamo a non utilizzare le piante dentro si nostri ambienti di vita e lavoro.
Avete mai visto una scuola, un ospedale, un’università, un ufficio, un teatro con quantità significative di piante all’interno? No!
Perché?
Non c’è un’altra simile soluzione che permetta tali vantaggi con una così esigua spesa.
I vantaggi che possiamo ottenere attraverso le piante su salute, psiche e concentrazione degli uomini sono enormi.
Questo accade semplicemente perché le piante, nonostante ce lo vogliamo dimenticare, sono casa nostra!
È da poche generazioni che viviamo in ambienti chiusi e distaccati dall’ambiente naturale.
Homo sapiens ha 200.000 anni e per 199.00 e oltre ha vissuto a contatto con la natura!
Noi rispondiamo ad una serie di processi lenti che hanno bisogno di tempo per essere modificati.
Se vogliamo essere precisi noi ci siamo evoluti con le piante, anzi sopra gli alberi: dita prensili, visione sferica, due arti lunghi. Questo è un corpo fatto per stare sugli alberi.
Ad esempio noi possiamo misurare molto chiaramente i parametri dello stress attraverso la resistenza epidermica: noi sappiamo che, nel momento stesso in cui entriamo in una zona naturale, il tasso di stress diminuisce in un tempo inferiore a 10 secondi. Stessa cosa vale per la pressione e il battito cardiaco. Si tratta di dati indiscutibili che si possono misurare.
E poi c’è il motivo della bellezza, non è mai secondario.
Perché a tutti piacciono le piante (a parte pochi eccezioni)?
Chiunque, guardando un ambiente naturale fatto di piante, prova un’impressione di bellezza.
Perche tutti trovano piacevole il suono dell’acqua?
Il senso del bello nasce dall’evoluzione.
La natura è fondamentale per la nostra vita.
Kalòs kai agathòs - Il bello è buono.
Non solo le piante dentro a nostri ambienti di lavoro e di vita preservano la salute, la concentrazione, e riducono ansia e stress; lo fanno sia direttamente, attraverso la capacità di purificare l’aria interna, e anche perché creano bellezza.
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Riferimenti:
Stefano Mancuso, Plant revolution, Giunti, 2017
Stefano Mancuso, La nazione delle piante, Editori Laterza, 2019
Stefano Mancuso, La tribù degli alberi, Einaudi, 2022
Stefano Mancuso, PNAC, Università di Firenze, Fabbrica dell’aria: www.pnat.net/it/fabbrica-dellaria/